L’allevamento, il soggetto e la razza: considerazioni cliniche omeopatiche

Dr. Daniele Raffa

Kalòs kai agathòs. 

La terapia omeopatica praticata solo da medici omeopati di prolungata e consoldata esperienza nell’esercizio quotidiano è di grande utilità all’allevatore e al singolo proprietario in quanto consente a entrambi di scegliere la “direzione” di concepimento, di nascita e di sviluppo della vita dei singoli soggetti nel rispetto dell’espressione del loro potenziale naturale inalterato sia sotto l’aspetto fisico funzionale che comportamentale; ovverosia la terapia omeopatica non inducendo effetti collaterali tossici locali o sistemici né cangianti le abitudini innate in ogni individuo, permette di osservare quale sia la spontaneità delle manifestazioni di ogni soggetto, razza e varietà.

Questo “fenomeno” è stato oscurato dalla standardizzazione e dalla omogeneizzazione dei comportamenti che sono diffusi nella pratica dell’accudimento allevatoriale svolto prevalentemente con metodica chimica più o meno capillare.

Ciò detto ne consegue che i soggetti così modificati (soppressione clinica) non sono né veramente rappresentativi di se stessi né rappresentanti la razza, bensì alterati nella loro singolarità, particolarità e fisiologia fenomenica.

Ciò si evince dal fatto che i farmaci chimici, l’alimentazione cosiddetta razionale e altro ancora possono alterare le caratteristiche del soggetto, consegnando all’interno della “sostanza vitale” informazioni innaturali e morbigene che comunque rendono il soggetto deficiente dal punto di vista immunitario, della espressività e della tipicità della varietà. Inoltre, è necessario comprendere che il concetto di standard della razza è una ennesima “importazione ed imposizione” nel sistema di sviluppo animale di concetti intellettuali e di fini illeciti ai danni della bellezza funzionale complessiva e integrale degli animali: ovverosia lo standard non rappresenta in alcun modo la complessità della razza bensì solo una particolare tendenza comune alla moltitudine che è espressione di un “gioco e non giogo” continuo tra gli elementi di razza molto differenti e cangianti a dispetto di una sclerosi selettiva con secondi fini, talvolta illeciti, autodistruttiva e innaturale in quanto vengono esclusi elementi indesiderati ma integranti la totalità espressiva animale.

La medicina omeopatica, curando singolarmente ogni individuo consente ad esso la protezione del fenotipo e genotipo originario senza induzioni nè deviazioni farmacologiche allopatiche e alimentari sia di tipo psichico che comportamentale per cui la salute e il benessere si manifestano talis et qualis in natura sunt.

È di fondamentale importanza riuscire ad intuire la necessità “della singolarizzazione rispetto all’omogeneizzazione” degli individui perché la tutela della razza prevede la rappresentazione di tutte, nessuna esclusa, le sue costituzioni e manifestazioni.

La prevenzione terapeutica omeopatica ci consente di aiutare la spontanea struttura fisica e funzionale di ogni soggetto corroborando la sua capacità espressiva fenomenologica istintuale.
Quindi osserverete che le cure omeopatiche facilitano la naturale rappresentazione per esempio della tessitura del mantello, del suo colore, della sua lucentezza e  lunghezza a dispetto di mantelli caduchi, opachi, di anomala tessitura ecc.;  osserverete altresì lo sviluppo somatico ben costruito e fondato dalle movenze elastiche e potenti oltre che armoniose e solide.

Noterete ancora che il comportamento neonatale, giovanile e maturo risponde alla istintività sociale del gruppo e non è viziato da obesità, flaccidità, rigidità scheletriche, deviazione degli appiombi, cifosi, lordosi ecc. a differenza di altri accrescimenti che inducono modificazioni nella naturale realizzazione dei singoli corredi generali e  selezioni “clonali” di alcune caratteristiche desiderate commercialmente. 

Possono essere osservate ancora molte anomalie di tal genere anche molto gravi che infirmano singoli soggetti nonché le razze intere a dispetto di una vitalità ed una sanità naturale espresse dai soggetti curati con la medicina omeopatica che non ostacola nè sopprime né devia la fisiologica crescita e sviluppo di ogni singolo individuo bensì lo rende integrato nel suo essere e divenire naturale: vale a dire efficacemente rappresentativo di se stesso e della sua razza.

MEDICO VETERINARIO OMEOPATA

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Iscritto all'Ordine dei Medici Veterinari delle Provincie di Firenze e Prato con il numero 269.